Edificio rinascimentale costruito nel 1550 e rimaneggiato in epoca barocca. Attualmente ospita la Curia Vescovile.
L’antico palazzo episcopale posto sul colle Savo fu distrutto intorno agli anni 1553-1558 per lasciare spazio alle fortificazioni. Citato nei documenti dal XII secolo, doveva essere il palazzo più ragguardevole della Tortona antica, tanto da ospitare nel 1541 l’imperatore Carlo V d’Asburgo di passaggio per la città.
Il palazzo attuale fu costruito sul fianco destro della cattedrale ad iniziare dal 1584, durante l’episcopato di Cesare Gambara il cui stemma campeggia sull’architrave del portale d’accesso dell’episcopio. Fu il vescovo Carlo Settala (1653-1684) a ristrutturare l’edificio costruendo il portico, lo scalone di accesso al piano nobile, l’abitazione del vicario generale, le carceri e la sede dell’archivio vescovile. Nel 1661, come indica la lapide, unì il palazzo al Duomo con una galleria in muratura. Anche il vescovo Giulio Resta (1699-1743) apportò miglioramenti all’edificio facendo costruire una galleria decorata con affreschi raffiguranti le virtù, oggi scomparsa.
La sistemazione attuale all’interno del palazzo risale ai lavori fatti tra il 1896 e il 1904. Salendo lo scalone che consente l’accesso al piano nobile, sul pianerottolo è collocato il busto del canonico Angelo Francesco Corti di Guazzora che nel 1661 lasciò erede la Mensa vescovile dei suoi beni; giunti al primo piano si accede alla cappella vescovile restaurata dal vescovo Vincenzo Capelli su disegno dell’ingegnere Nicolò Bruno (1885).