Parrocchiale – chiesa di antica origine, risalente al XII secolo, fu riedificata in forme barocche nel XVIII secolo. All’interno conserva un pregevole crocefisso ligneo del XIV secolo e una tavola del 1357 attribuita a Barnaba da Modena.
La chiesa di San Matteo è documentata almeno dal 1134, quando risulta citata nella bolla di papa Innocenzo II del 30 novembre, come appartenente ai Canonici Regolari di Santa Croce di Mortara. Nel 1449 la chiesa e l’annesso monastero divenne proprietà dei Canonici Regolari lateranensi fino al 1666, quando fu stipulata la cessione al Capitolo del Duomo: intorno al 1670 vi si stabilirono i Domenicani, rimasti senza sede dopo la distruzione del loro convento (1643) posto nei pressi della fortezza, a causa del conflitto franco-spagnolo che devastò gran parte della città di Tortona. Soppressi i Domenicani nel 1802, la chiesa divenne parrocchia di collazione vescovile, tranne la parentesi riguardante la presenza dei padri Crociferi tra il 1846 e il 1882
.L’attuale chiesa a navata unica con abside curvilinea è frutto della ricostruzione intrapresa dai Domenicani nella seconda metà del XVII secolo. La facciata, rivestita di travertino, presenta due ordini con lesene doriche e finestra centrale a strombatura mistilinea.
La chiesa conservava anche la tela Madonna col Bambino e San Giacinto di Lazzaro Tavarone (1590).
Il chiostro posto sul lato destro della chiesa, completamente ricostruito tra XVII e XVIII secolo, ingloba un massiccio blocco di calcestruzzo (m 8.90 x 8.70) risalente all’epoca romana (I secolo a. C.), imponente basamento di un monumento trionfale, scambiato dalla tradizione erudita tortonese come il mausoleo dell’imperatore Maioriano, assassinato presso Tortona nel 467 d.C. dal generale Ricimero.