L’edificio attuale, costruito interamente in cotto, si colloca tra il XIII e il XIV secolo e si presenta come un classico esempio di “chiesa a sala”, da inserire nella caratteristica zona di confine tra le influenze del gotico piemontese e lombardo, che si estendeva sull’alessandrino e sulla Lomellina; è articolato in tre navate divise da cinque pilastri cruciformi, quelle laterali sono chiuse da due pareti rettilinee, mentre la centrale termina con un presbiterio quadrangolare voltato a crociera.
La facciata a capanna è scandita da quattro contrafforti salienti tipici di questo gotico di frontiera, mentre il portale con altissima cornice cuspidata, in terracotta, richiama modelli piemontesi. Nella seconda metà del XV secolo la chiesa fu in gran parte affrescata da pittori di scuola lombarda, mentre sembra certa l’attribuzione di alcune opere a Manfredino Boxilio.
Nel 1610 Giovan Mauro della Rovere, detto il Fiamminghino, firmò il ciclo dei Misteri del Rosario. I restauri, condotti tra il 1968 e il 1981, permettono oggi di godere di quanto resta di questo prezioso patrimonio.