LE CIVICHE RACCOLTE D’ARTE
Col termine “Civiche Raccolte d’arte” si identifica la presenza di un nucleo consistente di opere pittoriche e scultoree, che dalla fine del XIX secolo ha cercato di presentarsi nella realtà culturale tortonese, tra alterne difficoltà, sia nel reperimento delle notizie sulla provenienza delle opere di pertinenza del museo, sia nella ricerca di spazi espositivi adeguati e di conseguenza anche dei depositi, che oggi hanno sede presso la Biblioteca Civica.Raccolti nel corso di più di un secolo, soprattutto per la strenua opera dei fondatori delle Raccolte civiche, Aristide Arzano (1866-1943) e Giuseppe Sala (1876-1960), e depositati da tempo in magazzini chiusi al pubblico, oppure esposti in uffici amministrativi, è pur vero che negli anni è sempre rimasto vivo l’impegno per valorizzare e rendere fruibili a un pubblico eterogeneo opere provenienti dalle civiche raccolte archeologiche e storico-artistiche, attraverso l’organizzazione di importanti mostre ed esposizioni, con rilevante successo di pubblico, dagli anni ’90 al 2019.
La quadreria per molti anni non è stata fruibile al pubblico, tranne che per alcune opere esposte nella sede della Biblioteca Civica L’Assedio di Tortona di Andrea Gastaldi ed un lacerto d’affresco proveniente dal Portico del Convento dell’Annunziata e per una pregevole tela di Angelo Barabino Pascolo alpestre, visibile presso la Pinacoteca del Divisionismo della Fondazione CR Tortona fino al 2018.
La collezione artistica è ricca di oltre 300 opere, bastevoli appena a dare un’idea della cultura artistica tortonese tra XVI e XX secolo.
Il nucleo più antico è rappresentato da una serie di opere di soggetto religioso, presumibilmente provenienti da chiese e conventi soppressi, concessi in comodato al Museo Diocesano, dove alcune sono attualmente esposte: una Madonna col Bambino, olio su tavola del castelnovese Alessandro Berri (1568), la Resurrezione di Lazzaro di Giovan Mauro della Rovere detto il Fiamminghino (1617), Sant’Agata curata da San Pietro di scuola del Cerano (metà ‘600), un Martirio di due santi guerrieri di Andrea Celesti (1637-1712), un Compianto sul Cristo morto, gruppo di cinque statue in terracotta policroma di anonimo ma valente plastificatore lombardo-piemontese del 1570-80,
Da questi si distaccano per argomento una Bambocciata attribuita a Faustino Bocchi (1659-1741) e una copia o variante d’autore datata 1660 de La clemenza di Alessandro di Charles Le Brun.
Consistente è la galleria dei ritratti, che inizia con uno splendido Marchese di Durazzo di Hyacinte Rigaud (1659-1743), prosegue con un bel mezzo busto di Vittorio Amedeo III re di Sardegna databile al 1774-75, per concludersi con la ritrattistica contemporanea che immortala alcuni tortonesi illustri quali il compositore Lorenzo Perosi (1872-1956), il Santo Luigi Orione (1872-1940) e il politico Giuseppe Romita (1887-1958).
Tutta basata su riferimenti storici è la pittura di Giuseppe Savina (1824-1849), un valente pittore romantico tortonese, allievo di Hayez, ma morto troppo giovane (a soli 25 anni) per raggiungere la fama che il talento, già evidente nelle prove accademiche conservate nella civica quadreria, sicuramente gli avrebbe procurato.
Ben documentata è la delicata e varia pittura di Cesare Saccaggi (1868-1934); di sicuro interesse artistico sono poi i paesaggi dei pittori tortonesi tra Ottocento e Novecento, alcuni noti anche al di fuori dell’ambiente locale: Angelo Barabino (1883-1950), Mario Patri (1883-1952), Pietro Dossola (1887-1974).
Un discorso a parte merita senz’altro la grande tela (cm 374×567) di Andrea Gastaldi, già citata, che ricorda uno degli episodi classici della storia tortonese: l’assedio del Barbarossa.
Tortona, fedele alla sua alleanza con Milano, piuttosto che accordarsi con i Pavesi, preferisce fronteggiare le truppe dell’imperatore.
Dopo due mesi di durissimo assedio, il 18 aprile 1155 i Tortonesi sono costretti ad arrendersi stremati dalla fame e soprattutto dalla sete, perché i nemici hanno avvelenato l’acqua della fonte che serviva il castello.
Il quadro del Gastaldi fissa proprio questo drammatico momento: La sete dei Tortonesi (1867) è infatti il titolo dell’opera appartenente alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, ma concessa in deposito al Comune di Tortona fin dal 1937.
La fortezza di Tortona è protagonista anche di un limpido acquarello a firma di Pietro Bagetti, che la immortala in tutta la sua imponenza sullo sfondo del paesaggio dello Scrivia da parte delle truppe francesi nel 1796.
È questa l’ultima veduta di Tortona con il suo storico castello: nel 1801 il forte fu demolito pressochè totalmente per ordine di Napoleone.
Completano le Raccolte Artistiche una piccola, ma significativa galleria di busti, in marmo o gesso, di personaggi che hanno variamente illustrato la storia tortonese, da Napoleone Bonaparte ai Generali Giuseppe Passalacqua (1794-1849) e Antonio Ferrari (1816-1886), medaglie d’oro del Risorgimento ed una cospicua serie di tele di pittori della scuola tortonese tutte restaurate nel 2020, esposte a decoro degli uffici del Sindaco e della Giunta a Palazzo comunale.
LA SEZIONE STORICO-ARTISTICA. LA PINACOTECA
I Musei Civici sono portatori della memoria storica della città e, attraverso gli artisti, i committenti, i collezionisti e gli studiosi che raccontano delle loro opere, rendono possibile la ricostruzione di vicende storiche, artistiche ed architettoniche di un territorio, inserendolo in un panorama che, da locale, diventa nazionale ed anche europeo.
Il costante impegno negli anni nell’opera di studio e restauro fino ad arrivare agli ultimi consistenti del 2020, ha permesso il recupero di un considerevole numero di opere d’arte e la conseguente realizzazione dell’attuale allestimento espositivo al primo piano di Palazzo Guidobono, nelle cui sale si snoda un percorso espositivo, una sorta di galleria di ritratti, dedicato agli illustri personaggi di Tortona, politici, militari, religiosi, letterati , tra XVII e XIX secolo, fino ai giorni nostri, valorizzando in questo modo i talenti artistici tortonesi e non solo.
Si tratta di una selezione di ritratti, alcuni inediti e mai esposti prima d’ora, su cui sono state avviate ricerche storiche. Grazie alla ricerca documentaria sono emerse significative storie di personaggi fino ad oggi poco conosciuti, i cui ritratti hanno acquisito così uno spessore storico oltre che artistico.
Le notizie raccolte hanno permesso di approfondire amicizie, relazioni professionali, legami profondi con Tortona, anche se talvolta alcuni di questi personaggi e artisti hanno dovuto trasferirsi altrove per motivi di lavoro. Molti di loro hanno contribuito al progresso e alla crescita della città e i ritratti presenti ne sottolineano la statura morale e professionale. L’obiettivo è dunque quello di far conoscere i “retroscena’ dei ritratti esposti attraverso la ricerca documentaria e far comprendere la ricchezza del patrimonio artistico custodito nel nostro museo, grazie anche ai lasciti e alle donazioni degli stessi personaggi ritratti o degli artisti e dei loro eredi.
Tra le opere ci sono continui rimandi storico-artistici e biografici, tratti da fonti importanti, custodite presso l’Archivio cittadino e la Biblioteca Civica, oltre che da documenti provenienti da archivi di famiglia. Un viaggio nel tempo per ‘soggetti’ che attraversa, forse per la prima volta, tutte le arti visive e che incrocia momenti di storia che furono determinanti per la configurazione cittadina attuale. Ponendo attenzione al soggetto ritratto,si è ricostruito parte dell’albero genealogico, si sono raccolte le informazioni che ci sono pervenute e, in rari casi, si è dovuto lasciare la dicitura ‘anonimo’ nei ritratti di esclusivo interesse autoriale, rinviando magari ai visitatori la possibilità di contribuire alle ricerche riconoscendo i loro avi e aggiungendo un tassello alla ricostruzione somatica di questa città”.
L’arte è uno strumento privilegiato per creare sottili connessioni al di là del tempo e dello spazio: in una mostra temporanea, a sorprendere i fruitori delle opere in sala possono essere gli accostamenti di stili e linguaggi diversi, così come la distanza cronologica tra un artista e l’altro. Al di là della semplice assonanza , si è pensato di accostare opere simili tra loro, per cronologia o per soggetto, o perché dovute ad autori vicini nello spazio e nel tempo, o perché si tratta di due versioni di una stessa opera: un confronto fruttuoso, se è in grado di far “parlare” le immagini. In questo modo si spazia tra diverse aree tematiche, dalle figure regali , a quelle nobiliari, militari, politiche o religiose, ritratte dai pennelli più disparati: dai più conosciuti Saccaggi e Barabino ai contemporanei Sergio e Alessandro Sorli.
Le collezioni si arricchiscono oggi anche di una nuova donazione da parte degli eredi del pittore tortonese Pietro Dossola, ed è stato quindi possibile ampliare il percorso, dedicando una piccola sezione all’artista, non ancora ufficialmente inaugurata per gli effetti della pandemia ancora in corso.
Donazioni Sorli e Dossola
Nel 2017, a seguito di catalogazione definitiva del considerevole numero di dipinti dei due artisti tortonesi Alessandro e Sergio Sorli, i titolari di Gabbantichità, in accordo con gli eredi, hanno estrapolato un nucleo significativo di opere da destinarsi al Comune di Tortona. La donazione è veramente corposa: ben quarantacinque dipinti di varie dimensioni e con soggetti vari per entrambi i pittori che illustrano tutto il loro percorso artistico, dagli esordi (per Sergio c’è qualche opera della metà degli anni Cinquanta particolarmente significativa) fino alle realizzazioni più recenti. I paesaggi, sia di Sergio che di Alessandro, sono tutti legati a Tortona e al suo circondario ; particolarmente suggestiva l’opera di Sergio “Mattino” , una veduta del 1973 di piazzetta S. Rocco, che per Tortona sarà una bella acquisizione e numerosi paesaggi di Alessandro non urbanizzati (colline e vedute dello Scrivia); poi soggetti vari tra cui diverse nature morte di Sergio con forti richiami alle opere di Mario Patri e, di entrambi i pittori, un bel nucleo di autoritratti e ritratti tra cui spicca un tenerissimo “Studio ritratto – Alessandro bambino” che lo zio Sergio ha realizzato nel 1961 per il nipote Alessandro. Ad oggi alcuni dei loro dipinti fanno parte del percorso espositivo allestito a Palazzo Guidobono
Nel 2019, in occasione dell’allestimento “Un volto, una storia”, al primo piano della sede museale di Palazzo Guidobono, esposizione sperimentale della collezione di ritratti appartenenti alle Civiche Raccolte artistiche, al fine di valorizzare il patrimonio storico-artistico locale, i nipoti di Pietro Dossola, Luigi, Emanuele e Gabriella hanno donato un cospicuo nucleo di dipinti alla Città di Tortona: Ritratto del medico Domenico Piolti, nonno materno (anni ’10), Ritratto del padre Luigi Dossola (anni’10), Ritratto della moglie Maria Grossi in abito rosso( 1930), Ritratto postumo della moglie Maria Grossi (1960), Ritratto del medico Giuseppe Sanquirico (anni ’10), Ritratto dell’ attrice Marisa Borroni (1911), Vaso rosso con dalie (1950), Albero (1964), La via Lattea (bozzetto,anni’10), Partenza del figliol prodigo, Ritratto di Maddalena Piolti
Delle undici opere donate, in realtà una è un dipinto di Cesare Saccaggi, amico dell’artista e della famiglia della moglie, un’altra è destinata al Comune di Viguzzolo, il paese in cui il pittore nacque.
INGRESSO PINACOTECA
gratuito
ORARIO APERTURA
– su appuntamento per le scolaresche
– sabato e domenica dalle 16 alle 19