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Piazza Malaspina

Nella piazza, che si affaccia su via Emilia, dominano il Palazzo Barenghi e una fontana in posizione centrale.
La piazza, in passato Santo Stefano, prendeva il nome dell’omonimo monastero benedettino fondato nell’XI secolo, soppresso nel 1797, occupante l’area tra le attuali via Zenone, via Carlo Mirabello e via Sada. Monastero benedettino, nel XVI secolo fu sede provvisoria del vescovo Cesare Gambara dal 1566, ma fu poi venduto ai Canonici Lateranensi nel 1574 che vi rimasero sino alla chiusura, quando vennero allontanati dalle autorità sabaude. Dell’antica chiesa, riscostruita alla fine del XVI secolo, rimane parzialmente visibile solo l’abside.
L’antico monastero di Santo Stefano fu venduto dal demanio francese ai privati nel 1810. Nell’Ottocento la piazza diventò di uso pubblico e dal 1850 lo spazio fu adibito a mercato, prima del gesso, del carbone, delle ghiande, del vino, dell’aceto poi del pollame, e negli anni ’20 di questo secolo del formaggio. Con gli interventi edilizi attuati dal podestà Antonio Boragno nel 1929 si decise l’ampliamento della piazza realizzato nel giugno-luglio 1930 con la demolizione di alcune vecchie case esistenti sul lato settentrionale. All’abbelimento della piazza contribuì la collocazione della fontana posta proprio al centro, opera realizzata con il lascito della famiglia Sada e in seguito sostituita con l’attuale.

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